C’è un grappolo di palloncini colorati in cielo che assomiglia a una nuvola leggera. La luce filtra e si colora. I bambini guardano col naso all’insù e allungano le braccia. Sotto c’è un uomo. È L’uomo dei palloncini (Topipittori), bellissimo e poetico albo di Giovanna Zoboli, illustrato a matita da Simone Rea.
Un libro che parla sottovoce e che commuove. La storia è delicata e “soffice”: si racconta, infatti, dell’uomo dei palloncini, «padrone dell’aria più leggera del mondo. Così leggera che fa volare ogni cosa: balene, zebre, tigri del Bengala, motociclisti, astronavi».
Quando il paese è in festa lo si incontra sempre.
Sa leggere nei cuori dei bambini quest’uomo un po’ misterioso e un po’ mago: «Sa che per quel bambino timidissimo la cura è la più lenta astronave del sistema solare, la più avventurosa».
Forse lo sa perché è stato bambino anche lui, molto tempo fa. Sa che i bambini hanno bisogno di leggerezza e di quel sottile filo legato al polso per attraversare sereni la strada dell’infanzia, sempre unica e per questo straordinaria.
Non importa essere bambini: leggendo il libro viene davvero una gran voglia di incontrarlo, l’uomo dei palloncini. Chiedere a lui qual è il palloncino più adatto per continuare il cammino. Forse perché i palloncini sono “cose di bimbi”, e il bambino che è in noi non ci abbandona mai.
Allora vai alla festa, cerca il suo camioncino giallo a forma di valigia e chiedi, gentilmente, se può trovare un palloncino adatto a te, perché a lui «basta un gesto per portare fino a te il suo gregge meraviglioso. Abbassarlo al punto da farti AVVICINARE».