Di cosa sono fatte le parole e da dove arrivano?
Un piccolo dizionario etimologico, Storie di parole (Gallucci, 2015, 160 pp, 19,50 euro), ce lo racconta. Ci sono parole che arrivano da lontano, altre da territori più vicini, parole antichissime e parole nuove, che raccontano immagini, umori, sapori.
Tutte le parole presenti in questo libro, illustrato a due colori dal bravissimo Alessandro Sanna, custodiscono una storia. Pensato per bambini dagli 8 ai 13 anni, è un libro capace di incuriosire anche gli adulti.
Di parole ne usiamo tutti i giorni… allora perché non osservarle più da vicino, tendendo l’orecchio per ascoltarne la storia nascosta?
Pensiamo all’altalena: sembra strano, eppure questa parola «deriva nientemeno che da uno strumento di guerra. Risale infatti al vocabolo latino tollēnōnem, di probabile origine etrusca, che indicava una macchina da guerra formata da due travi poste in modo che quando una delle due si alzava, l’altra si abbassava. Serviva per sollevare oggetti pesanti durante gli assedi».
La parola assassino, invece, «vuol dire letteralmente “fumatore di hashish”, una droga ricavata dalla pianta di canapa indiana. Si chiamavano così i membri di una setta, che operavano in Persia nel XII e XIII secolo. Sotto gli effetti di questa droga, essi scorrazzavano qua e là commettendo omicidi di ogni tipo».
Curiosa anche la storia della damigiana che «pare derivi dal francese dame Jeanne (signora Gianna). Secondo la leggenda fu una procace ostessa, tale Jeanne, a dare questo nome a un grande contenitore di vetro, panciuto e rivestito di vimini. Costei insomma avrebbe fatto realizzare a sua immagine il capace contenitore di vino, ispirandosi appunto alle sue floride forme».
Insomma: di parole in questo prezioso dizionario ce ne sono tante, ben 336, raccolte con cura dal famoso scrittore, giornalista e linguista Giuseppe Pittano (1921-1995), e Rossana Bonafede, sua stretta collaboratrice. Storie di parole è un dizionario che si può consultare all’occorrenza o un libro da leggere tutto d’un fiato, perché poi, in fondo, una parola tira l’altra!
Una cosa è certa: dopo averlo letto, nel nostro quotidiano, non incontreremo solo parole, ma storie. Guardando una libellula, non vedremo solo un bellissimo insetto con quattro ali trasparenti, ma anche la perfezione di una “piccola bilancia”.