Monthly Archives: gennaio 2014

Dopo, Laurent Moreau

1Quando nell’articolo precedente scrivevo che nel bookshop Rotonda Corraini non si può fare a meno di comprare un libro, non scherzavo affatto. Così ho portato a casa Dopo, l’ultimo capolavoro illustrato da Laurent Moreau e pubblicato da orecchio acerbo.
2attimoUn libro semplice che parla per immagini e insegna che ogni attimo è unico e prezioso, sfiorando anche il pensiero filosofico di causa e effetto e mostrando che dopo qualcosa succede sempre qualcosa.
Un viaggio di un ragazzo che attraversa le stagioni, e «dopo l’inverno la primavera restituisce i colori» e che si ferma a guardare il fiore che c’è dopo il seme.
estateMa il dopo è spesso anche misterioso. Cosa c’è dopo l’orizzonte? E dopo la morte? «Dopo tanti anni, sarò sempre lo stesso?».
Tavole dai colori bellissimi e vivaci, dove la natura, con i suoi animali e le sue piante, occupa sempre un posto importante.
fiore fruttoUn catalogo di pensieri semplici, che vivono in ognuno di noi e non solo nei bambini, e pensieri più profondi, come la morte e il tempo che passa, trattati sempre con estrema dolcezza. Ma anche un’esortazione a dare il giusto valore a ogni attimo senza troppe preoccupazioni, «dopo tutto, be’, si vedrà… prima di dopo, c’è… adesso!».
Ricordiamo che nel 2012 Moreau ha pubblicato, sempre con orecchio acerbo, A che pensi?, un altro splendido libro capace di spiegare a un bambino i pensieri degli altri.
Una certezza questo illustratore e orecchio acerbo ce la danno: che dopo un bellissimo libro, ce ne sarà un altro altrettanto bello.

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Muba, il museo dei bambini

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È stato inaugurato qualche giorno fa a Milano il Muba, Museo dei bambini. Uno spazio completamente dedicato alla cultura dell’infanzia dove i bambini potranno conoscere, sperimentare e giocare. Il museo si trova alla Rotonda della Besana, un luogo circondato da un giardino storico dove sarà possibile anche fare quattro salti in tutta sicurezza.

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Un modo nuovo di affrontare percorsi didattici, attraverso il gioco, per avvicinarsi all’arte e alla cultura. Il programma prevede ogni anno tre grandi mostre e molteplici laboratori in corrispondenza delle giornate dedicate ad argomenti di attualità – ambiente, alimentazione e integrazione – ma anche progetti pensati per gli eventi importanti della città come il Salone del mobile, PianoCity e BookCity.

La prima mostra visitabile fino al 31 marzo si intitola Scatole e accompagna i bambini in un percorso di scoperta sensoriale per stimolare il pensiero progettuale creativo.

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Bellissima anche L’essenza e l’eccesso a cura di Paolo Ulian, una mostra che fa riflettere sulle nostre abitudini quotidiane e sulle scelte “essenziali” o “eccessive”, per far comprendere la differenza tra spreco e sostenibilità.

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Muba ospita in modo permanente anche Remida Milano, il progetto culturale-didattico che propone un modo nuovo di vivere l’ambiente, insegnando ai bambini il riciclo creativo attraverso workshop e laboratori: i materiali di scarto diventano oggetti “altri”, con nuove funzioni e nuovi significati.

Non poteva mancare, in un posto per bambini, una libreria con proposte sempre interessanti e di un livello molto alto: la Rotonda Corraini. Impossibile non comprare almeno un libro.

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Con questo Museo Milano lancia un messaggio forte a tutta l’Italia e regala un luogo ai bambini che è anche uno spazio nella società. Più Muba per tutti!

Per ulteriori informazioni: muba.it

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Piero Fornasetti – 100 anni di follia pratica

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È una mostra, Piero Fornasetti – 100 anni di follia pratica, che quando esci vorresti subito rientrare.
Allestita alla Triennale di Milano (13 novembre – 9 febbraio 2014) e curata dal figlio Barnaba Fornasetti, la mostra è un percorso che non può lasciare indifferenti, tra più di 1000 pezzi provenienti dall’archivio curato dal figlio che prosegue ancora oggi l’attività avviata dal padre nello studio milanese.

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Si esce dalla mostra felici, appagati, arricchiti. È un viaggio sensoriale ed evocativo tra oggetti di ogni genere: disegni, mobili, posacenere, sedie, tavoli, tessuti, libri, vassoi, foulard, piatti e tanto, tanto altro.

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Sarebbe infatti riduttivo parlare dell’artista solo come di un designer perché è stato molto di più. La presentazione coglie in pieno il suo lavoro: «Pittore, stampatore, progettista, collezionista, stilista, raffinato artigiano, decoratore, gallerista e ideatore di mostre, Fornasetti è stato una personalità estremamente ricca e complessa. Ha disegnato e realizzato circa 13.000 tra oggetti e decorazioni: un universo fatto in egual misura di rigore progettuale, artistico e artigianale come di fantasia sfrenata, invenzione surrealista e poesia».

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Decorava tutto Fornasetti, gli oggetti comuni diventavano per lui superfici da esplorare, dove tutto poteva succedere. Il lavoro dell’artista è stato sempre guidato da un forte rigore progettuale e da una profonda ricerca a cui affiancava fantasia, poesia e lavoro artigianale, una reazione al cattivo gusto, come egli stesso ha rivelato: «Sono nato in una famiglia di pessimo buon gusto e faccio del pessimo buon gusto la chiave di liberazione della fantasia».

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Il percorso – allestito in modo impeccabile – si articola in sezioni che vanno dagli esordi pittorici vicini al Novecento alla stamperia di libri d’artista, dalla collaborazione con Gio Ponti negli anni ’50 e ’60, ai più difficili anni ’70 e fino al 1988, anno della sua morte.
Si conclude infine con Dai confini del solito, un video onirico in stop motion di Toni Meneguzzo, fotografo di fama internazionale. Si tratta di un lavoro laborioso, un «rosario mantrico di pazienza», come lui stesso lo definisce, capace di far avvicinare lo spettatore al mondo dell’artista.

Bello, ricco e curato nei dettagli anche il catalogo edito da Corraini Edizioni: comprarlo è d’obbligo. Sono 200 pagine che raccontano in inglese e in italiano la carriera di Fornasetti, con testi a cura di Ginevra Quadrio Curzio e prefazione di Patrick Mauriès.

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Quando all’inizio ho scritto che la mostra è un viaggio è perché non riuscirei a descriverla in altro modo. La sensazione finale è quella di aver attraversato terre diverse, conosciuto spazi nuovi, nuovi modi di pensare le cose e di immaginare la realtà. Sensazioni comuni a tutti quelli che hanno avuto modo di avvicinarsi all’arte di Fornasetti, inesauribile fabbrica di fantasia: «Il pubblico mi ha spiegato che quello che facevo era qualcosa di più di una decorazione. Era un invito alla fantasia, a pensare, a evadere dalle cose che ci circondano, troppo meccanizzate ed inumane. Erano dei biglietti di viaggio per il regno dell’immaginazione». E quando il viaggio finisce senti che qualcosa dentro di te è cambiato. Che ti è stato fatto il dono più prezioso che un artista possa fare: la capacità di immaginare.

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L’illustratore dell’anno

Calendario 2014.inddDopo aver rimpinzato le nostre pance di pandori, panettoni e cioccolata, è giunto il momento di mettersi a lavoro con matite e fantasia! Quale progetto migliore se non un calendario illustrato?
Eh sì, perché Città del sole è di nuovo alla ricerca dell’Illustratore dell’anno! Dal 2008 l’azienda di giocattoli seleziona l’autore del calendario tramite una gara fra giovani illustratrici e illustratori di tutto il mondo.

Il concorso premia il miglior progetto per un calendario destinato a bambini da 2 a 6/7 anni. Possono partecipare tutti gli illustratori e le illustratrici, senza limiti di età. Il bando è consultabile all’indirizzo: http://www.cittadelsole.it/customer/pages.php?pageid=763&mode=preview
Per la realizzazione del calendario è previsto un compenso onnicomprensivo di 3500 euro lordi.

Questo concorso ha permesso di pubblicare calendari davvero molto belli, illustrati da Silvia Baroncelli (vincitrice dell’ultima edizione), Richolly Rosazza, Barbara Cantini, David Pintor, Marco Trevisan e Anna Castagnoli.

2013 Richolly Rosazza

Richolly Rosazza (tavola calendario 2013)

2012 Barbara Cantini 2

Barbara Cantini (2012)

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David Pintor (tavola calendario 2011)

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Marco Trevisan (tavola calendario 2010)

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Marco Trevisan (tavola calendario 2010)

 

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Anna Castagnoli (tavola calendario 2009)

 

Il segreto per essere selezionati? Date uno sguardo all’articolo scritto da Anna Castagnoli lo scorso anno: Come abbiamo vinto il concorso: bozzetti e segreti dei vincitori
http://www.lefiguredeilibri.com/2013/01/31/concorso-calendario-citta-del-sole-bozzetti-e-segreti-degli-illustratori-vincitori/

Ma un prezioso suggerimento arriva proprio da Città del sole:
«Per un bambino intorno ai 3 anni, un calendario pone le basi di un lungo apprendistato, che durerà fin negli anni della scuola. Nel proporre il calendario come omaggio destinato al piccolo utente della Città del sole, ci impegniamo in una operazione che è in sintonia col nostro atteggiamento verso il gioco. Non vogliamo infatti, con questo calendario, “insegnargli” l’anno con i suoi mesi e stagioni, ma solo permettergli di sperimentare le emozioni di un anno vissuto da un artista. Questo implica che l’illustratore si deve sentire invitato a essere il più possibile se stesso – magari un se stesso più bambino – nel concepire il progetto complessivo del calendario, quasi fosse il racconto di un anno sognato, fatto di stagioni per lui ideali e di mesi simbolo».

Tornare bambini: sembra questo il segreto.
E in fondo, a chi non piace farlo?

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